Una sigla che genera lo sdegno di molti, ma in che realtà è solo associata a ciò che l’ha introdotta in Italia, ovvero la pandemia di Sars-Cov-2 o Covid-19.
La facilità dell’associazione di questo potente strumento con gli eventi nefasti portati dal periodo di lockdown e tutte le altre restrizioni, ha agevolato i detrattori della DAD; nascosti dietro pseudonimi in rete ci sono: insegnanti, studenti e di tutto e di più.
Ma se isoliamo questo strumento e lo analizziamo nel suo complesso educativo, privo quindi di pandemie, abbiamo un “qualcosa” di estremamente modellabile e duttile, che se utilizzato parallelamente alla normale didattica crea un connubio potentissimo.
Sottolineo la parola parallelo, diversamente da quanto visto negli ultimi anni, la DAD non può essere un mezzo sostitutivo, ma deve essere un percorso che corre affianco della normale didattica.
Molte metodologie didattiche integrano o possono essere integrate in maniera digitale, e questa “digitalizzazione” del metodo porta modernità e nuovo interesse nei discenti.
Se prendiamo in considerazione la cosidetta: “Generazione Z” (che comprende i nati tra il 1995 e il 2010), abbiamo di fronte a noi una generazione nata nel bel mezzo del fiorire del mondo digitale, come potremmo quindi solo pensare di separare le due identità? Il solo concetto di “separazione” è antico e sconsiderato in quanto l’evoluzione digitale non si arresterà, proseguirà sempre oltre, sempre avanti.
Per cui per avvicinarsi ai futuri discenti diviene necessario un upgrade delle didattiche, delle metodologie utilizzate, nell’approccio, ecc…
Dando una rapida occhiata alla timelime qui presentata, è inutile solamente pensare di non modificare i sistemi didattici attuali, l’evoluzione non si ferma, nè quella tecnologico-digitale nè quella umana.
La futura Generazione Alpha come si interfaccerà con gli obsoleti metodi attualmente utilizzati? Solo il tempo ne sarà testimone, ma finchè non verrà smosso nulla verso gli innovativi sistemi digitali, sarà una clamorosa DISFATTA.
