Elon Musk & Neuralink
L'introduzione dell'implantologia cerebrale e il caso di Elon Musk hanno suscitato grande interesse nel campo della neurotecnologia. Negli ultimi anni, la tecnologia degli impianti cerebrali ha fatto notevoli progressi, aprendo nuove prospettive nella comprensione e nel trattamento delle malattie neurologiche. In questo contesto, esperti italiani stanno lavorando per contribuire a questa rivoluzione scientifica, mirando a eseguire i primi impianti di chip direttamente nella corteccia cerebrale. Questo articolo esplorerà la storia e l'evoluzione di questa tecnologia, nonché gli sforzi italiani per raggiungere questo obiettivo ambizioso.

“Il cervello: se lo coltivi funziona. Se lo lasci andare e lo metti in pensione si indebolisce. La sua plasticità è formidabile. Per questo bisogna continuare a pensare.”

— Rita Levi-Montalcini

L’introduzione dell’implantologia cerebrale e il caso di Elon Musk hanno suscitato grande interesse nel campo della neurotecnologia. Negli ultimi anni, la tecnologia degli impianti cerebrali ha fatto notevoli progressi, aprendo nuove prospettive nella comprensione e nel trattamento delle malattie neurologiche. In questo contesto, esperti italiani stanno lavorando per contribuire a questa rivoluzione scientifica, mirando a eseguire i primi impianti di chip direttamente nella corteccia cerebrale. Questo articolo esplorerà la storia e l’evoluzione di questa tecnologia, nonché gli sforzi italiani per raggiungere questo obiettivo ambizioso.

L’introduzione dell’implantologia cerebrale e il caso di Elon Musk

L’introduzione dell’implantologia cerebrale ha suscitato grande interesse e curiosità, soprattutto dopo il caso di Elon Musk. Il fondatore di Neuralink, un’azienda che si occupa di sviluppare tecnologie di interfaccia cervello-computer, ha annunciato l’obiettivo di creare un impianto cerebrale in grado di migliorare le capacità cognitive umane. Questo ambizioso progetto ha sollevato molte domande riguardo alle implicazioni etiche e alla sicurezza di tali impianti. Tuttavia, Musk non è il primo ad esplorare questa strada: nel corso degli anni sono stati fatti notevoli progressi nella tecnologia degli impianti cerebrali, con aziende come Blackrock Neurotech che hanno sviluppato dispositivi in grado di registrare l’attività neuronale. L’introduzione di impianti cerebrali rappresenta una sfida affascinante e complessa, ma gli esperti italiani sono al lavoro per contribuire a questo campo emergente della scienza.

Neuralink: successo dell’impianto umano con il chip cerebrale Telepathy di Elon Musk.

La tecnologia degli impianti cerebrali nel tempo

La tecnologia degli impianti cerebrali è stata oggetto di numerosi studi e ricerche negli ultimi decenni. Già negli anni ’70, i primi prototipi di elettrodi impiantabili venivano utilizzati per registrare l’attività cerebrale in pazienti con patologie neurologiche. Nel corso degli anni ’90, la tecnologia degli impianti cerebrali ha fatto grandi progressi grazie alla miniaturizzazione dei dispositivi e alla loro capacità di interfacciarsi con i neuroni. Nel 2017, Elon Musk ha lanciato Neuralink, una startup che mira a sviluppare interfacce cerebro-computer di nuova generazione. Altri importanti attori del settore sono Blackrock Neurotech e la DARPA, l’agenzia governativa statunitense che finanzia progetti di ricerca avanzata. In Italia, numerosi ricercatori stanno lavorando per sviluppare nuove tecnologie per gli impianti cerebrali, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei pazienti con patologie neurologiche. La tecnologia degli impianti cerebrali è in continua evoluzione e rappresenta una delle frontiere più affascinanti della scienza contemporanea.

I progressi italiani nella tecnologia degli impianti cerebrali

L’Italia sta facendo grandi progressi nella tecnologia degli impianti cerebrali. In particolare, il nostro paese si sta distinguendo nella ricerca sulle interfacce cerebro-computer (BCI). L’Università di Parma è all’avanguardia in questo campo, con importanti contributi alla conoscenza dell’attività neuronale e alle tecniche di registrazione. Inoltre, il Politecnico di Milano ha sviluppato un chip per l’impianto cerebrale che promette di migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da paralisi o altre malattie neurologiche. Un nuovo dispositivo, chiamato Neurotune, consente di controllare la stimolazione neuronale in modo più preciso rispetto ai sistemi attualmente disponibili. Grazie a questi progressi, l’Italia sta diventando un punto di riferimento per la comunità scientifica internazionale che si occupa di BCI. I ricercatori italiani stanno lavorando duramente per rendere questa tecnologia sempre più accessibile e sicura per tutti coloro che ne hanno bisogno.

Illustrazione schematica dei problemi dell’interfaccia neurale trasparente. (1) Importanza del rilevamento e della stimolazione multimodale, (2) Sfide derivanti da elettrodi non trasparenti, (3) Metodo di progettazione per un’interfaccia neurale trasparente.

Cho, Y.U., Lim, S.L., Hong, JH. et al. Transparent neural implantable devices: a comprehensive review of challenges and progress. npj Flex Electron 6, 53 (2022). https://doi.org/10.1038/s41528-022-00178-4

Neuralink, Blackrock Neurotech e la sfida dei chip impiantabili

Neuralink e Blackrock Neurotech sono due aziende che stanno conducendo una sfida importante nel campo della tecnologia degli impianti cerebrali. Entrambe si sono poste l’obiettivo di sviluppare e commercializzare chip impiantabili in grado di connettersi direttamente alla corteccia cerebrale. Neuralink, fondata da Elon Musk, ha fatto grandi progressi nel campo dell’interfaccia cervello-computer, puntando a creare dispositivi che permettano di superare le limitazioni delle interfacce tradizionali. Da parte sua, Blackrock Neurotech ha sviluppato tecnologie all’avanguardia per registrare e decodificare i segnali neurali, aprendo nuove possibilità nella comprensione del cervello umano. Queste aziende rappresentano un punto di riferimento nell’ambito della ricerca sui chip impiantabili e stanno spingendo i confini della scienza per migliorare la qualità della vita delle persone affette da malattie neurologiche o lesioni spinali. La loro sfida è quella di affinare sempre di più la tecnologia degli impianti cerebrali per renderla sicura ed efficace, aprendo nuovi orizzonti nella comunicazione tra cervello e macchina.

L’obiettivo italiano: eseguire i primi impianti di chip all’interno della corteccia cerebrale

L’obiettivo degli esperti italiani nel campo della tecnologia degli impianti cerebrali è quello di raggiungere un traguardo ambizioso: eseguire i primi impianti di chip direttamente all’interno della corteccia cerebrale. Questa sfida rappresenta un passo avanti significativo nell’ambito della neurotecnologia e potrebbe aprire nuove possibilità per il trattamento di malattie neurologiche e per migliorare le funzioni cognitive. L’Italia ha dimostrato di essere all’avanguardia in questo settore, con team di ricerca che stanno lavorando intensamente per sviluppare tecnologie innovative e sicure per l’impianto di chip cerebrali. La collaborazione con aziende come Neuralink e Blackrock Neurotech ha reso possibile lo scambio di conoscenze e competenze, creando una sinergia che potrebbe portare a risultati promettenti nel prossimo futuro. Grazie a questi sforzi congiunti, gli esperti italiani sperano di realizzare impianti di chip all’avanguardia che possano migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da patologie neurologiche.

Il pannello A mostra i punti di contatto delle strisce di elettrodi, indicati da punti bianchi, sulla corteccia sensomotoria e sulla corteccia prefrontale dorsolaterale; le posizioni degli elettrodi si basavano su scansioni tomografiche computerizzate (TC) post-operatorie fuse con la risonanza magnetica prechirurgica. Gli elettrodi e2 ed e3 della striscia di elettrodi sono stati scelti per il feedback dell’interfaccia cervello-computer. Il pannello B mostra una radiografia del torace post-operatoria che mostra il dispositivo trasmettitore (Activa PC+S, Medtronic), posizionato sottocute nel torace, e i fili che portano agli elettrodi. Due dei quattro fili erano collegati al dispositivo. Il pannello C mostra la scansione TC postoperatoria con le posizioni delle quattro strisce di elettrodi. I punti sui quattro fili sono i connettori. Il pannello D mostra i componenti del sistema di interfaccia cervello-computer, tra cui il trasmettitore, l’antenna di ricezione, il ricevitore e il tablet.

Vansteensel, M. J., Pels, E. G. M., Bleichner, M. G., Branco, M. P., Denison, T., Freudenburg, Z. V., … Ramsey, N. F. (2016). Fully Implanted Brain–Computer Interface in a Locked-In Patient with ALS. New England Journal of Medicine, 375(21), 2060–2066. doi:10.1056/NEJMoa1608085

In conclusione…

La tecnologia degli impianti cerebrali è in continua evoluzione e gli esperti italiani stanno lavorando duramente per raggiungere l’obiettivo di eseguire i primi impianti di chip all’interno della corteccia cerebrale. Le aziende come Neuralink e Blackrock Neurotech stanno già investendo in questa tecnologia, ma il vero traguardo sarà quello di utilizzare questi impianti per migliorare la vita delle persone. C’è ancora molta strada da fare per comprendere appieno le implicazioni etiche e sociali di questa tecnologia. Ad esempio, come verranno utilizzati questi chip nel futuro? Quali saranno le conseguenze a lungo termine sull’essere umano? Sarà necessario un controllo regolamentare adeguato per garantire che questi impianti non vengano utilizzati a scopi malintenzionati o discriminatori. Siamo solo all’inizio di un lungo viaggio verso la comprensione di questa tecnologia e delle sue implicazioni, ma l’Italia sembra essere sulla buona strada per contribuire in modo significativo a questo progresso scientifico.

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