Sharenting example
In Francia nelle ultime ore sono state avanzate due proposte di legge che vanno nella direzione di una maggior salvaguardia dei minori nell’intricato mondo dei social.

In Francia nelle ultime ore sono state avanzate due proposte di legge che vanno nella direzione di una maggior salvaguardia dei minori nell’intricato mondo dei social.

In Francia è cresciuta la preoccupazione per il fenomeno dello sharenting e per il suo impatto sulla privacy e sulla sicurezza dei bambini. Nel 2018 la Francia ha approvato una nuova legge sulla protezione dei dati, nota come Regolamento generale sulla protezione dei dati, che include disposizioni specifiche sulla privacy dei bambini.

I genitori sono tenuti a ottenere il consenso esplicito dei propri figli prima di condividere le loro informazioni personali o immagini online. Ciò significa che i genitori devono chiedere il permesso ai loro figli prima di condividere le loro foto o altre informazioni personali sulle piattaforme dei social media. Se il bambino è troppo piccolo per dare il consenso, la responsabilità ricade sui genitori che devono prendere una decisione informata su quali informazioni condividere.

Oltre al GDPR (Regolamento generale sulla protezione dei dati in sigla RGPD, ufficialmente regolamento europeo n. 2016/679), la Francia ha introdotto nuove misure per affrontare il problema dello sharenting. Nel 2019, il Ministero dell’Istruzione francese ha lanciato una campagna di sensibilizzazione sui rischi dello sharenting e di educazione dei genitori su come proteggere la privacy dei propri figli online. La campagna comprendeva una serie di manifesti e messaggi sui social media che ricordavano ai genitori di pensarci due volte prima di condividere le foto o altre informazioni personali dei loro figli online.

Inoltre, nel 2020, l’Autorità francese per la protezione dei dati (CNIL) ha pubblicato delle linee guida per i genitori su come proteggere la privacy dei loro figli online. Le linee guida raccomandano ai genitori di limitare la quantità di informazioni personali che condividono online, di evitare di condividere immagini che potrebbero essere imbarazzanti o dannose per la reputazione dei figli e di utilizzare le impostazioni sulla privacy per controllare chi può vedere i loro post.

Nel complesso, la Francia ha adottato un approccio proattivo per affrontare lo sharenting e i suoi potenziali rischi. Attraverso campagne educative, nuove leggi sulla protezione dei dati e linee guida per i genitori, la Francia sta lavorando per proteggere la privacy e la sicurezza dei bambini nell’era digitale.

Il termine sharenting si riferisce alla pratica dei genitori di condividere le informazioni personali, le foto e i video dei propri figli sulle piattaforme dei social media. Il termine “sharenting” è una combinazione delle parole “parenting” e “sharing”.

Lo sharenting è diventato un fenomeno diffuso nell’era dei social media, dove i genitori possono facilmente condividere con amici e familiari le tappe fondamentali, i successi e i momenti quotidiani dei loro figli. Tuttavia, lo sharenting solleva anche importanti preoccupazioni sulla privacy e sulla sicurezza dei bambini nell’era digitale.

Una delle principali preoccupazioni legate allo sharenting è la possibilità che le informazioni e le immagini personali dei bambini vengano condivise senza il loro consenso. Ciò può rendere i bambini vulnerabili ai predatori online o al furto di identità. Inoltre, la condivisione di informazioni e immagini personali può avere conseguenze a lungo termine per i bambini che crescono e si orientano nella loro impronta digitale.

Un’altra preoccupazione è l’impatto dello sharenting sulla privacy e sull’autonomia dei bambini. I genitori che condividono le informazioni personali dei loro figli online possono inavvertitamente minare il diritto alla privacy e all’autonomia dei loro figli. I bambini dovrebbero avere il diritto di controllare la loro identità online e le informazioni che vengono condivise su di loro.

Ci sono anche preoccupazioni riguardo all’impatto dello sharenting sulle relazioni genitori-figli. I genitori che condividono le informazioni personali dei figli online possono dare la priorità al proprio desiderio di attenzione e convalida rispetto alla privacy e al benessere dei figli. Questo può creare tensione e sfiducia tra genitori e figli.

Per affrontare questi problemi, è importante che i genitori siano consapevoli di ciò che condividono online e rispettino la privacy e l’autonomia dei figli. I genitori dovrebbero considerare le conseguenze a lungo termine della condivisione di informazioni e immagini personali online e adottare misure per proteggere la privacy e la sicurezza dei propri figli.

Nel complesso, lo sharenting è un fenomeno complesso che solleva importanti questioni sulla privacy, sulla sicurezza e sulle relazioni genitori-figli nell’era digitale. È importante che i genitori siano consapevoli di questi problemi e che prendano provvedimenti per proteggere la privacy e il benessere dei loro figli nel mondo online.

A livello giornalistico esiste la Carta di Treviso (protocollo firmato il 5 ottobre 1990 da Ordine dei giornalisti, Federazione nazionale della stampa italiana e Telefono azzurro con l’intento di disciplinare i rapporti tra informazione e infanzia) la quale si occupa della protezione dei dati personali e della privacy dei minori. La Carta riconosce che i minori sono un gruppo vulnerabile e richiedono una protezione speciale quando si tratta di raccogliere, utilizzare e divulgare le loro informazioni personali.

Uno dei principi della Carta di Treviso afferma che i dati personali dei minori devono essere trattati solo con il consenso esplicito dei genitori o dei tutori legali e che l’interesse del minore deve essere sempre la considerazione principale. Ciò significa che qualsiasi organizzazione o individuo che raccoglie o elabora dati personali relativi a minori deve farlo in modo sensibile all’interesse superiore del bambino.

Ma quando sono i genitori a violare il sacro diritto alla privacy dei minori?

Nell’era dell’informazione è fondamentale proteggere la privacy dei minori, in quanto la maggior parte dei genitori ignora totalmente cosa vuol dire cedere al web o ai social l’immagine della propria prole.
Inutile parlare di deep-web o dark-web, le immagini fluttuano sulla superficie del mare del web e flotte di malintenzionati solcano questi mari alla ricerca di immagini da rivendere in mercati pedopornografici.

Prima di regalare al web le foto dei vostri figli, riflettete un istante!

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