Multi-lens ultrasound arrays enable large scale three-dimensional micro-vascularization characterization over whole organs

“In origine, quando la religione era forte e la scienza debole, gli uomini confondevano la magia con la medicina; ora che la scienza è forte e la religione debole, gli uomini confondono la medicina con la magia.”

Thomas Stephen Szasz

Per capire davvero come funziona un organo, non basta guardare i grandi vasi sanguigni: bisogna osservare i capillari, quella fitta rete microscopica che porta ossigeno e nutrienti fino alle cellule più lontane. È qui che si gioca buona parte della salute dei nostri organi. Problemi nella microcircolazione stanno dietro a malattie gravi come insufficienza cardiaca, patologie renali e disturbi epatici, ma ancora oggi abbiamo difficoltà a visualizzare queste strutture in modo dettagliato e non invasivo.

Un team di ricercatori francesi ha presentato una rivoluzionaria tecnologia ecografica che permette di osservare la microcircolazione di organi interi in tre dimensioni e con una precisione mai raggiunta prima. Non si tratta di fantascienza, ma di un passo importante verso diagnosi più precoci, medicina personalizzata e monitoraggio avanzato delle terapie vascolari. Questo metodo potrebbe cambiare radicalmente la diagnostica per immagini nel campo cardiovascolare, renale, epatico e neurologico.

Haidour, N., Favre, H., Mateo, P. et al. Multi-lens ultrasound arrays enable large scale three-dimensional micro-vascularization characterization over whole organs. Nat Commun 16, 9317 (2025). https://doi.org/10.1038/s41467-025-64911-z

Un limite storico: vedere il piccolo nel grande

Da anni medici e ricercatori cercano di ottenere immagini chiare dei piccoli vasi sanguigni all’interno di organi complessi. Tecniche come TAC e risonanza magnetica hanno fatto passi avanti, ma presentano limiti importanti: la prima non permette di osservare il flusso in tempo reale, la seconda ha costi elevati e una risoluzione insufficiente per i vasi più minuti. L’ecografia, invece, è economica e sicura, ma finora non era abbastanza precisa per cogliere i dettagli della microcircolazione.

L’introduzione della ultrasound localization microscopy (ULM) aveva già segnato una svolta, consentendo di localizzare microbolle iniettate nel sangue e “disegnare” i percorsi vascolari con una risoluzione ben oltre i limiti fisici dell’ecografia tradizionale. Tuttavia, le versioni precedenti della tecnica permettevano di analizzare solo piccole porzioni dell’organo, non volumi di grande scala come cuore intero o fegato.

Definizione, studio di simulazione della sonda con array multi-lente e confronto con gli approcci convenzionali. a Rappresentazione schematica della sonda a matrice multi-lente con ampia apertura (~104 × 82 mm²) composta da 252 elementi, rispetto a una sonda convenzionale completamente popolata con lo stesso numero di elementi (apertura ~14 × 11 mm²) raffigurata all’interno del riquadro nero. b Diagramma schematico della lente divergente composta posizionata davanti a un trasduttore di grandi dimensioni; le linee rosse indicano il percorso del fascio della lente composta e la linea bianca tratteggiata rappresenta la normale; A1 rappresenta il trasduttore di grandi dimensioni (3λ, dove λ ≈ 1,5 mm), A2 è la lente piano-convessa, A3 è la lente piano-concava e A4 è il mezzo di interesse. c Un diagramma schematico della lente divergente piano-convessa è mostrato in nero, con linee rosse che indicano il percorso del fascio all’interno della lente. È illustrato anche il percorso del fascio attraverso la lente piano-concava blu. (a-c creati utilizzando Autodesk Inventor Professional 2025.0.1). d Mappe schematiche e 3D del campo di pressione acustica massima trasmessa, che illustrano le prestazioni di direttività su un volume di 60 × 60 × 60 mm³: d.i il materiale della lente composta accoppiato a un singolo elemento di grandi dimensioni (3λ × 3λ) rispetto a d.ii un singolo elemento di grandi dimensioni senza lente (3λ × 3λ) e d.iii un singolo elemento di piccole dimensioni (λ/2 × λ/2). d.iv I grafici mostrano la direttività angolare [gradi] in funzione del livello di soglia di intensità, misurato a una profondità (z) di 35 mm dal campo di pressione massimo mostrato in (d). per tre configurazioni: lente singola con elemento di grandi dimensioni (linea verde continua), elemento di grandi dimensioni senza lente (linea blu tratteggiata) ed elemento di piccole dimensioni (curva rossa). e Distribuzione spaziale del campo di intensità ricevuto dalla sonda multi-lente (e.i) su un grande volume (~105 × 100 × 100 mm³) rispetto alle sonde convenzionali, completamente popolate (e.ii) e array a matrice sparsa (e.iii). (e.iv) Grafico che mostra il livello di soglia di intensità in funzione del volume di copertura per le tre sonde: array multi-lente (curva blu continua), array completamente popolato (curva rossa) e array sparsi (curva arancione tratteggiata).

La svolta: un array multi-lente per vedere tutto l’organo

Il cuore dell’innovazione è una nuova sonda ecografica “multi-lente”. Invece di migliaia di piccoli elementi — costosi e complessi da gestire — utilizza poche centinaia di elementi più grandi accoppiati a piccole lenti acustiche che diffondono gli ultrasuoni in modo ottimale. Così si ottiene una copertura molto ampia del tessuto, con una sensibilità superiore e una risoluzione sorprendente: fino a circa 125 micrometri, più di dieci volte meglio degli ecografi clinici tradizionali.

Un altro vantaggio? Il sistema è veloce. Registra fino a 312 volumi tridimensionali al secondo, creando veri e propri filmati della circolazione sanguigna in azione, perfetti per studiare anche la dinamica del flusso e non solo la struttura dei vasi.

Questa combinazione — ampia copertura, super-risoluzione, e rapidità — è ciò che rende il metodo adatto allo studio di organi grandi e complessi come il cuore o il fegato.

Dal laboratorio all’animale: risultati su cuore, reni e fegato

I ricercatori hanno testato il sistema prima su modelli simulati, poi su tubicini con microbolle, e infine su animali (suini, scelti per la somiglianza anatomica con l’uomo). I risultati sono impressionanti.

Sul cuore: mappatura completa delle coronarie

Su cuori perfusi al di fuori del corpo, la tecnologia ha ricostruito l’intero albero coronarico, misurando diametri dei vasi, direzione del flusso e velocità del sangue. Dettagli prima visibili solo con tecniche anatomiche invasive sono diventati accessibili in maniera non distruttiva. È stato persino possibile verificare leggi fisiologiche fondamentali come quella di Murray, che descrive la relazione ottimale tra diametro dei vasi e flusso sanguigno.

Sul rene: microvascolarizzazione in 3D e battito cardiaco

Nel rene, l’ecografia 3D ha permesso di distinguere arterie e vene e di osservare come cambia il flusso durante il ciclo cardiaco, identificando perfino piccole arteriole e venule. Questo apre la strada alla diagnosi precoce della malattia renale cronica, in cui i capillari periferici si alterano ben prima dei sintomi clinici.

Sul fegato: una sfida superata

Il fegato è un organo difficile da analizzare per la sua posizione e la forte interferenza respiratoria, ma anche qui il sistema ha ricostruito il flusso nelle grandi vene e nell’arteria epatica, mostrando variazioni pulsatile e distinguendo i diversi sistemi vascolari (arterioso, venoso e portale).

Mappatura coronarica 3D di un cuore suino isolato. a Schema dell’allestimento sperimentale: imaging con microscopia a localizzazione ultrasonica 3D (ULM) utilizzando una sonda multi-lente azionata da un sistema a ultrasuoni a 256 canali per ottenere immagini del cuore con perfusione retrograda e microbolle. Creato in BioRender. Papadacci, C. (2025) e Autodesk Inventor Professional 2025.0.1. b Mappa della densità delle microbolle (MB) 3D della rete coronarica del cuore suino che illustra l’ampio volume di imaging (~120 × 100 × 82 mm3). c Viste della mappa di densità MB (viste yz e xy) del cuore coronarico suino. d Proiezione di intensità massima (MIP) dei dati Power Doppler acquisiti dal cuore suino isolato utilizzando la sonda multi-lente. e Mappa della velocità dei flussi 3D che mostra la velocità MB attraverso le reti coronariche. f Vista ingrandita del riquadro rosso nel volume (e) (53 × 41 × 38 mm3). g Analisi del profilo di flusso di Poiseuille in un grande vaso 1 in (f). Differenze significative tra i voxel vicini (~150 µm) all’interno del profilo di velocità sono state dimostrate utilizzando un test t di Student bilaterale non appaiato. I valori P da sinistra a destra sono P1 = 0,0116, P2 = 0,0088, P3 = 7,25 × 10−08. La linea orizzontale rossa indica la mediana; i riquadri indicano il 25° e il 75° percentile; i baffi si estendono fino ai punti dati estremi non anomali. I campioni n corrispondono al numero di MB che attraversano ciascun voxel (15, 37, 65, 86, 105 e 95 da sinistra a destra). Altri punti, valori anomali. Le misurazioni sono repliche tecniche. h Vista ingrandita della regione nel riquadro bianco in (b) (volume 30 × 43 × 45 mm). i Quantificazione dei raggi del vaso applicando l’algoritmo di scheletrizzazione alla densità in (f). j Mappa di flusso 3D che mostra il flusso arterioso (rosso) e venoso (blu); le frecce indicano le direzioni verso l’alto e verso il basso. k La portata in funzione del raggio (stelle blu) fornisce un esponente di 2,3 che è in buon accordo con la legge di Murray. l Numero di distribuzione MB in funzione della velocità MB. m Correlazione di Fourier (FSC; curva blu continua) per stimare la risoluzione della mappatura coronarica 3D ULM (~125 µm).

Perché questa tecnologia cambia il gioco

Questa innovazione porta tre vantaggi chiave:

1. Diagnosi più precoci

Guardare la microcircolazione significa cogliere i primi segnali di malattia, quando è ancora possibile intervenire con terapie efficaci. Pensiamo a:

  • insufficienza cardiaca iniziale
  • nefropatia diabetica
  • cirrosi epatica precoce
  • malattie neurodegenerative legate alla microvascolarizzazione

2. Medicina personalizzata e IA

Le immagini tridimensionali e dinamiche generano un’enorme quantità di dati. Questi contenuti possono alimentare sistemi di intelligenza artificiale, e dare vita a “digital twin” degli organi: modelli virtuali su misura con cui simulare interventi, terapie e progressione della malattia.

3. Accessibilità clinica

Il sistema usa tecnologia ecografica, molto più economica e diffusa rispetto a TAC o risonanza magnetica. Questo significa che, una volta maturato, potrà essere usato negli ospedali, nei centri periferici e persino, in futuro, in medicina d’urgenza.

In conclusione…

La ricerca descritta non è solo un avanzamento tecnologico: rappresenta un possibile cambio di paradigma. Per la prima volta, possiamo immaginare di osservare in tempo reale e su organi interi ciò che finora era riservato a microscopia, anatomia patologica o modelli parziali: il microcosmo vascolare che sostiene la vita degli organi.

La strada verso l’applicazione clinica richiede ancora test, miniaturizzazione della sonda, protocolli per l’uso umano e ottimizzazione dell’elaborazione dati. Ma il percorso è tracciato. In un futuro non lontano, diagnosi precoci, monitoraggio delle terapie e interventi personalizzati potrebbero passare da un semplice ecografo — potenziato, reinventato, reso capace di vedere l’invisibile.

Il cuore, il rene, il fegato e forse presto il cervello potranno essere osservati come non mai: non più solo organi, ma mondi pulsanti di vita microscopica finalmente visibile.

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